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Pubblicità: gli investimenti del 2007

Il 2007 é stato un anno positivo per la raccolta pubblicitaria. Internet registra un incremento del 42,7%. Tv, carta stampata e radio si mantengono su buoni livelli. Solo il cinema é in crisi.

Nielsen Media Research, l’azienda leader mondiale nella misurazione degli investimenti in comunicazione, ha diffuso i dati degli investimenti pubblicitari relativi all’anno 2007. Gli investimenti hanno raggiunto gli 8.783 milioni con una crescita del 3,1% rispetto al 2006.
Analizzando il dettaglio si evidenzia la forte crescita di Internet che, con un incremento del 42,7%, raggiunge i 281 milioni.
Gli investimenti in televisione sono stati di 4.653 milioni con una variazione del +1,2% sull’anno e del +8,1% nel confronto dicembre 2007 su dicembre 2006. Il totale stampa ha avuto una crescita nel 2007 del +3,0% superando i 3.101 milioni.
La radio ha chiuso il 2007 con 476 milioni, a +8,0% e il mese di dicembre a +9,9%.
Le affissioni (200 milioni) sono cresciute del 1,9%, mentre continua il difficile momento del cinema (76 milioni vale a dire -8,4% a schermi non omogenei).
Si aggiungono al mercato fin qui analizzato gli investimenti pubblicitari sulla free/pay prees quotidiana che sono stati di 128 milioni e sui canali satellitari (Sky Sport 1, Sky Cinema 1, Sky Tg 24, Fox, Fox Life, Discovery Channel e Jetix) che dalla rilevazione effettuata relativa ai nove mesi da aprile a dicembre 2007 ha registrato investimenti pari a 66 milioni.

fonte: unionesarda.it

Pubblicità: nel 2007 in crescita del 3,1% in Italia

 dati della Nielsen Media Research – Più 1,2% nella tv e più 3% nella stampa, mentre internet registra il record del più 42,7% (ma con un totale di investimenti di soli 281 mln di euro) – I dati dell’ Osservatorio della FCP

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Nel 2007 gli investimenti pubblicitari nei media in Italia hanno raggiunto gli 8.783 milioni di euro,  con una crescita del +3,1% sul 2006.
I dati sono stati rilevati dalla Nielsen Media Research  e diffusi da Primacomunicazione , secondo cui i maggiori investitori dell’anno – Ferrero, Unilever, Wind, Vodafone, Procter&Gamble, Tim, Barilla, Fiat Div Fiat Auto, Volkswagen e L’Oreal Saipo – da soli hanno investito 1.250 milioni, pari a circa il 14% del totale.

Gli investimenti nel settore televisione sono stati di 4.653 milioni con una variazione del +1,2% sull’anno e del +8,1% a  dicembre 2007 su dicembre 2006.

Il totale Stampa ha registrato una crescita nel 2007 del +3,0% superando i 3.101 milioni.

Nel dettaglio, gli investimenti sui Quotidiani da gennaio a dicembre sono aumentati del +3,3%, mentre i periodici hanno messo a segno una progressione annua del +2,5%.

La Radio ha chiuso il 2007 a +8,0% e il mese di dicembre a +9,9%. Le Affissioni sono cresciute +1,9%, mentre continua il difficile momento del Cinema (-8,4% a schermi non omogenei).

E’ sempre in forte crescita Internet che, con un incremento del +42,7%, raggiunge i 281 milioni di euro.

Si aggiungono al mercato fin qui analizzato gli investimenti pubblicitari sulla Free/Pay Press quotidiana e sui Canali satellitari. Per City, Leggo, Metro e 24 Minuti (rilevati da gennaio) e EPolis (rilevato da maggio) la raccolta complessiva è stata di 128,3 milioni. Per i Canali satellitari (Sky Sport 1, Sky Cinema 1, Sky Tg 24, Fox, Fox Life, Discovery Channel e Jetix) la rilevazione relativa ai nove mesi da aprile a dicembre 2007 ha registrato investimenti pari a 66,8 milioni.

I dati della FCP

Per l’ Osservatorio della FCP (Federazione concessionarie pubblicità) l’ incremento del fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale nel periodo gennaio-dicembre 2007 è stato del 3,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2006. Questo dato è la conseguenza di andamenti diversi all’interno dei mezzi stampa rilevati.

I quotidiani in generale hanno registrato, rispetto al 2006, una crescita di fatturato del 4,5 per cento e un forte incremento degli spazi (+11,1). La pubblicità commerciale nazionale ha registrato un +4,3 a fatturato e un +9,3 a spazio. Lo spot “di servizio” ha registrato una crescita di fatturato e di spazio rispettivamente di +2 per cento e di +9,9. La tipologia “rubricata” ha un aumento di fatturato del 4,8 e un calo di spazio del -1,4. La pubblicità commerciale locale invece ha segnato un +5,9 per cento a fatturato e un +12,7 a spazio.

Positivi i risultati dei quotidiani a pagamento: il fatturato ha registrato +3,5 e gli spazi +10,2. I valori relativi all’andamento delle diverse tipologie pubblicitarie confermano quello dei quotidiani in generale, a eccezione della tipologia “commerciale nazionale” dove i quotidiani a pagamento registrano percentuali di variazione inferiori perché hanno un andamento peggiore di quello della free press. Questi ultimi hanno segnato andamenti decisamente positivi sia a fatturato (+26,2) che a spazio (+22,8), sia nella tipologia commerciale nazionale che nella locale. I periodici in generale hanno registrato un incremento di fatturato (+2,5) mentre resta quasi invariata la quantità di spazio (+0,2).

I settimanali hanno registrato delle variazioni molto ridotte sia a livello di fatturato (-0,8) che a livello di spazio (-1,6). Per i mensili si registra un maggior incremento di fatturato (+7,7) rispetto alla crescita dello spazio (+2,4). Le altre periodicità hanno registrato un decremento sia di fatturato (-4,7) che di spazio (-3,7).

fonte: lsdi.it

La Mobile broadband di nuova generazione

La mobile broadband è la vera protagonista di questa seconda edizione catalana del Mobile World Congress; il suo sviluppo procede a passi da gigante, più veloce – apparentemente – persino di quanto gli stessi utenti non chiedano. Ad oggi quasi 200 operatori di terza generazione, hanno già lanciato un servizio commerciale di banda larga in mobilità in oltre 80 paesi del mondo, affidandosi a WCDMA e HSDPA. Una velocità di 3,6 Mbps è ormai ritenuta normale e supera la maggior parte delle ADSL esistenti su rete fissa; alcune reti e apparecchi supportano già fino a 7,2 Mbps e diversi operatori hanno in programma di raggiungere, nel corso dell’anno, il traguardo dei 14,4 Mbps. Meglio ancora che avere una fibra ottica in tasca. E se a fare la differenza tra fisso e mobile è la velocità di upload di contenuti in rete, il rapido sviluppo dell’HSUPA promette di ribaltare presto la situazione a favore del mobile: l’alta velocità verso i server è infatti già disponibile in oltre 20 paesi.

Nuovi standard che hanno stimolato un aumento del traffico dati, anche quadruplicati in meno di un anno. “L’impressione è che le tecnologie wireless siano destinate a diventare un centro nevralgico della nostra società futura”, sottolinea il rapporto di previsione per il 2008 appena pubblicato da Strand Consult, proprio in occasione dell’appuntamento di Barcellona. 3G e 3,5G hanno già dimostrato di poter portare banda larga dove la qualità delle linee fisse è ancora bassa. Decisiva, ora, sarà la velocità di crescita di tali reti e il prezzo che verrà fissato per gli utenti finali. Fondamentale per gli operatori sarà tenere bassi i costi, anche esplorando nuove forme di business. Una soluzione sembra essere la condivisione delle reti. Un accordo in questo senso è stato recentemente siglato in Spagna e in Regno Unito da Orange e Vodafone. “Un altro fattore chiave potrebbe essere legato all’assenza di spese per nuove licenze per l’HSPA da acquisire all’asta”, puntualizza Bengt Nordstrom, vice presidente di InCode, società di consulenza di Verizon su business e tecnologia wireless. “Oggi viviamo in un mondo dove passo dopo passo si cercano e si realizzano alternative valide alle sottoscrizioni a pagamento.

Ne è un esempio la free press nel campo della stampa quotidiana: pubblicazioni finanziate dalla pubblicità e senza alcun costo per l’utente finale, il lettore. Allo stesso modo, anche gli operatori potrebbero tentare nuove forme economiche basate sull’advertising”. In effetti i numeri in questo settore sono notevoli: 500 milioni di dollari di investimenti nel 2006 e una stima appena pubblicata da Visiongain di 2 miliardi di dollari nel 2012. “Gli operatori non potranno permettersi di ignorare un simile potenziale di ricavi, tanto che alcuni svilupperanno presto le proprie agenzie di advertising interne; dopodiché sarà solo una questione di tempo prima che i loro risultati superino quelli delle agenzie specializzate”, afferma Peter Boyland, autore dell’ultimo studio sull’industria delle telecomunicazioni. Ci hanno creduto Vodafone e Telefonica, che già a novembre hanno acquisito una quota di minoranza di Amebee, azienda di mobile advertising. Per gli utenti, la pubblicitàsul cellulare può voler dire risparmio se, come nel caso della britannica Blyk, accettassero di ricevere messaggi pubblicitari in cambio di centinaia di sms e decine di minuti di conversazione gratis ogni mese.

Una possibilità che in un anno ha convinto 100.000 persone ad aderire a questo servizio. Ma la crescita delle reti vuol dire soprattutto più contenuti che viaggiano a velocità maggiori. E servizi più efficienti, come le piattaforme di pagamento online sempre più accessibili direttamente dal cellulare. Il mese scorso Visa ha lanciato la sua piattaforma di mobile billing, scatenando un’ondata di trial da parte di altri istituti di credito in tutto il mondo. Una tendenza che, associata alla sempre più frequente sostituzione del pc proprio a favore del cellulare, stimola una crescente preoccupazione per la sicurezza. Secondo una recente ricerca di McAfee annunciata proprio durante il Mobile World Congress, il 72% degli utenti del mobile sono preoccupati per la sicurezza dei servizi per dispositivi mobili, odierni e futuri, con particolare riferimento al download di file multimediali e – con percentuali maggiori, fino all’86% – anche a servizi di pagamento, mobile banking e biglietteria online mobile.

 

fonte: opinione.it

Media Network: il mobile advertising di Nokia

Il 2008 si conferma l’anno delle novità per Nokia, all’insegna di un cambiamento strategico sempre più orientato all’universo dei servizi mobili, declinati in molteplici accezioni. Dopo aver inaugurato una nuova stagione business-oriented, lo storico produttore di telefonini ha annunciato il suo nuovo focus: le sponsorizzazioni mobili.

L’annuncio, formalizzato nel corso del Mobile World Congress di Barcellona, si concentra innanzitutto sulla nascita di Nokia Media Network, prima rete di pubblicità mobile che coinvolge oltre 70 fra editori e operatori di tutto il mondo, che vanno ad aggiungersi alle piattaforme Nokia già esistenti.

Obiettivo, offrire agli inserzionisti un servizio premium che si traduca in un potenziale bacino di oltre cento milioni di utenti mobili, in grado di garantire percentuali medie di click-through senza precedenti (già ora al 10%).

Forte delle tecnologia di mobile advertising ereditate da Enpocket (acquisita lo scorso ottobre), la società sta defindendo un nuovo modello di business: «Nokia si avvale della propria esperienza di ottimizzazione analitica delle campagne, finalizzata alla creazione di soluzioni altamente efficaci per gli inserzionisti» ha spiegato Mike Baker, Vice Presidente e responsabile di Nokia Interactive.

Pubblicità, il click-through è moribondo

Uno studio americano dimostra che il click-through ha i giorni contati. Solo il 6% degli utenti internet Usa infatti è responsabile dei click sul 50% dei banner: una base poco solida per fondarvi gli investimenti pubblicitari.

La pubblicità è sempre al centro dell’attenzione in quanto fa girare soldi. Oggi in particolare si parla nuovamente dei click sui banner. Ci sono, non ci sono, sono fasulli, sono utili? Un nuovo studio – Natural Born Clicker – realizzato da un consorzio di investitori statunitensi, prova a fare un po’ di chiarezza sull’argomento. Il risultato è che solo il 6 per cento di chi naviga negli Stati Uniti è responsabile del 50 per cento delle visualizzazioni pubblicitarie. Il modo di misurare l’avvenenza dell’annuncio finora è stato il “click-through”, un sistema che ora, almeno secondo alcuni, ha i giorni contati.

Lo studio rivela, infatti, che un piccolo gruppo di consumatori non rappresentativi della popolazione totale statunitense online è responsabile della stragrande maggioranza di visualizzazione degli annunci. Il problema è quindi che questo tipo di misurazione non restituisce realmente i gusti della maggioranza e non funziona come guida agli investitori.

Nel click through pesa il comportamento di utenti “giovani-adulti” (in particolare la fascia fra i 25-44 anni) e di famiglie con un reddito inferiore ai 40 mila dollari, con spiccate preferenze verso le aste online, il gioco d’azzardo, e i siti di servizi.

Inoltre, questo sistema di misurazione non tiene conto dell’importanza della marca. Spesso infatti basta vedere dei brand per essere invogliati a comprare, online e offline. Insomma, il click through può essere usato per capire la risposta diretta a certe campagne pubblicitarie ma non del rendimento dell’uso dei banner online.

Anche la pubblicità dei social network sembra deludere. Persino Google. Il gigante di Mountain View fa sapere di aver guadagnato meno di quanto previsto dagli annunci che sparge nei siti di socializzazione. Il motivo ipotizzato è che mentre chi usa il search engine sta cercando qualcosa ed è quindi più incline a cliccare su annunci che corrispondano o si avvicinino a ciò che sta cercando, gli utenti di un sito social navigano con altre aspettative. Non cercano ma socializzano, appunto. C’è da dire però che la presenza di una marca su quetsi siti rafforza la otorietà del brand, dato che è comunque vista da milioni di utenti.

Meglio concentrarsi, attraverso una riorganizzazione degli algoritmi, su alcuni temi in particolare, suggerisce questo studio: sui viaggi e lo shopping in particolare, in quanto solitamente prevedono attività di gruppo. Persino gli intenti diametralmente opposti di Google e dei social network dimostrano il ragionamento: il primo punta a vedere l’utente arrivare sul sito e lasciarlo immediatamente a favore di un annuncio, i secondi sperano di trattenerlo il più a lungo possibile.

fonte: visionpost.it

La sfida dell’advertising mobile a colpi di accordi

Il Financial Times ha pubblicato i risultati di una ricerca secondo cui quasi il 40% dei possessori di cellulari in Europa nel 2012 navigherà in Rete, contro il 20% attuale I ricavi dell’advertising sono dati in forte espansione, da circa un miliardo di euro del 2007 a 8,4 miliardi nel 2012.
E i big dell’advertising online cosa fanno? Yahoo da marzo sostituirà Google come provider di T-mobile, invece Google ha siglato un accordo con Nokia per essere aggiunto allelenco dei motori di ricerca a cui gli utenti possono accedere dai suoi dispositivi.

La ricerca della BigG partirebbe da  alcuni modelli e di mercati, per poi passare ai cellulari di largo consumo in oltre 100 paesi.
Trasferire sui telefoni i servizi di ricerca significa aggredire il mercato della telefonia mobile e andare alla conquista di un mercato advertising mobile in grande crescita.
Ma non finisce qui: Nokia ha sfoderato Media Network per abbracciare la pubblicità mobile.
E Vodafone, T-Mobile, Orange, 3 e Telefonica si sono uniti in un gruppo di lavoro sulla pubblicità nei cellulari. Al party degli spot mobili non vuole mancare proprio nessuno.

 fonte: vnunet.it

Nokia lancia la prima rete di Mobile Advertising

Nokia ha comunicato oggi il lancio di Nokia Media Network, una rete pubblicitaria di altissimo livello che comprende più di 70 editori e operatori leader, oltre alle piattaforme di Nokia. AccuWeather, Discovery, Hearst, Reuters, e Sprint si sono uniti a Nokia per creare la prima rete pubblicitaria mobile a livello mondiale di editori ai massimi livelli del settore. La capacità di Nokia Media Network di raggiungere l’ampio, ambitissimo bacino di utenti di telefonia mobile sta registrando in alcuni canali un tasso di click-through medio del 10%, il più alto registrato nel settore.
“Nokia si sta avvalendo della propria impareggiabile conoscenza dei consumatori del mercato mobile, dei nostri contatti con editori e operatori ai massimi livelli del settore, e della propria esperienza di ottimizzazione analitica delle campagne finalizzata alla creazione di soluzioni altamente efficaci per gli inserzionisti” ha affermato Mike Baker, Vice Presidente e responsabile di Nokia Interactive. “I maggiori brand del mondo si affidano a noi per la loro pubblicità mobile perché sanno che Nokia Media Network consente di raggiungere il pubblico più ampio e di maggior qualità attraverso la telefonia mobile e garantisce il migliore ROI.”
Nokia permette agli inserzionisti di utilizzare per le proprie campagne le pagine Web mobile dei migliori editori e operatori di marca, oltre alle piattaforme di Nokia, consentendo di raggiungere un numero di utenti mai raggiunto prima – oltre cento milioni in tutto il mondo. Nell’ambito del servizio “chiavi in mano” destinato agli inserzionisti, il team marketing mobile di Nokia, peraltro vincitore di un premio, realizza campagne “mobile” per centinaia di marchi leader, tra i quali BMW, Paramount e MobiTV.
Nell’ottobre 2007 Nokia ha acquistato Enpocket, leader nel Mobile Advertising e sta ora facendo leva sulla sua innovativa tecnologia analitica per ottimizzare le campagne, migliorare le conversioni e valutare la performance della campagna sull’intera rete.
“L’uso del mezzo mobile è stato importante per consentire a BMW di raggiungere i clienti nel momento della scelta dell’automobile da acquistare” ha affermato Samuel Martinez Ballesteros, Marketing Communication Internet and New Media, BMW Iberica. “Nokia ci ha aiutati a raggiungere il nostro target, garantendoci più visibilità e maggiori opportunità di business.”
Per condividere la propria esperienza con i brand, le agenzie e gli editori di tutto il mondo, Nokia ha ampliato i team di Account Management e Media Sales includendo uffici a Pechino, Boston, Chicago, Dusseldorf, Francoforte, Helsinki, Londra, Los Angeles, Madrid, Milano, Minneapolis, Mumbai, Monaco, New York, Parigi, Singapore e Shangai.

fonte: newsmobile.it