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La Mobile broadband di nuova generazione

La mobile broadband è la vera protagonista di questa seconda edizione catalana del Mobile World Congress; il suo sviluppo procede a passi da gigante, più veloce – apparentemente – persino di quanto gli stessi utenti non chiedano. Ad oggi quasi 200 operatori di terza generazione, hanno già lanciato un servizio commerciale di banda larga in mobilità in oltre 80 paesi del mondo, affidandosi a WCDMA e HSDPA. Una velocità di 3,6 Mbps è ormai ritenuta normale e supera la maggior parte delle ADSL esistenti su rete fissa; alcune reti e apparecchi supportano già fino a 7,2 Mbps e diversi operatori hanno in programma di raggiungere, nel corso dell’anno, il traguardo dei 14,4 Mbps. Meglio ancora che avere una fibra ottica in tasca. E se a fare la differenza tra fisso e mobile è la velocità di upload di contenuti in rete, il rapido sviluppo dell’HSUPA promette di ribaltare presto la situazione a favore del mobile: l’alta velocità verso i server è infatti già disponibile in oltre 20 paesi.

Nuovi standard che hanno stimolato un aumento del traffico dati, anche quadruplicati in meno di un anno. “L’impressione è che le tecnologie wireless siano destinate a diventare un centro nevralgico della nostra società futura”, sottolinea il rapporto di previsione per il 2008 appena pubblicato da Strand Consult, proprio in occasione dell’appuntamento di Barcellona. 3G e 3,5G hanno già dimostrato di poter portare banda larga dove la qualità delle linee fisse è ancora bassa. Decisiva, ora, sarà la velocità di crescita di tali reti e il prezzo che verrà fissato per gli utenti finali. Fondamentale per gli operatori sarà tenere bassi i costi, anche esplorando nuove forme di business. Una soluzione sembra essere la condivisione delle reti. Un accordo in questo senso è stato recentemente siglato in Spagna e in Regno Unito da Orange e Vodafone. “Un altro fattore chiave potrebbe essere legato all’assenza di spese per nuove licenze per l’HSPA da acquisire all’asta”, puntualizza Bengt Nordstrom, vice presidente di InCode, società di consulenza di Verizon su business e tecnologia wireless. “Oggi viviamo in un mondo dove passo dopo passo si cercano e si realizzano alternative valide alle sottoscrizioni a pagamento.

Ne è un esempio la free press nel campo della stampa quotidiana: pubblicazioni finanziate dalla pubblicità e senza alcun costo per l’utente finale, il lettore. Allo stesso modo, anche gli operatori potrebbero tentare nuove forme economiche basate sull’advertising”. In effetti i numeri in questo settore sono notevoli: 500 milioni di dollari di investimenti nel 2006 e una stima appena pubblicata da Visiongain di 2 miliardi di dollari nel 2012. “Gli operatori non potranno permettersi di ignorare un simile potenziale di ricavi, tanto che alcuni svilupperanno presto le proprie agenzie di advertising interne; dopodiché sarà solo una questione di tempo prima che i loro risultati superino quelli delle agenzie specializzate”, afferma Peter Boyland, autore dell’ultimo studio sull’industria delle telecomunicazioni. Ci hanno creduto Vodafone e Telefonica, che già a novembre hanno acquisito una quota di minoranza di Amebee, azienda di mobile advertising. Per gli utenti, la pubblicitàsul cellulare può voler dire risparmio se, come nel caso della britannica Blyk, accettassero di ricevere messaggi pubblicitari in cambio di centinaia di sms e decine di minuti di conversazione gratis ogni mese.

Una possibilità che in un anno ha convinto 100.000 persone ad aderire a questo servizio. Ma la crescita delle reti vuol dire soprattutto più contenuti che viaggiano a velocità maggiori. E servizi più efficienti, come le piattaforme di pagamento online sempre più accessibili direttamente dal cellulare. Il mese scorso Visa ha lanciato la sua piattaforma di mobile billing, scatenando un’ondata di trial da parte di altri istituti di credito in tutto il mondo. Una tendenza che, associata alla sempre più frequente sostituzione del pc proprio a favore del cellulare, stimola una crescente preoccupazione per la sicurezza. Secondo una recente ricerca di McAfee annunciata proprio durante il Mobile World Congress, il 72% degli utenti del mobile sono preoccupati per la sicurezza dei servizi per dispositivi mobili, odierni e futuri, con particolare riferimento al download di file multimediali e – con percentuali maggiori, fino all’86% – anche a servizi di pagamento, mobile banking e biglietteria online mobile.

 

fonte: opinione.it

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